28 gennaio 2011

HOSPI-TALES

Corsa all'ospedale per tremenda colica renale. Oddio che dolore tremendo! Ma dico io, a noi donne non basta il ciclo che, ogni mese puntuale quanto la rata del finanziamento, ci crea dolori e fastidi tremendi. Come quello di dover indossare per emergenza un assorbente notte lungo 50 cm che ti arriva fino all'ombelico.

Non mi sono mai piaciuti gli ospedali e, fino ad ora, non ero mai stata in un ospedale fuori dalla calabria. Qui nella capitale è diverso: porte scorrevoli, servizio di vigilanza, infermieri, tanti infermieri che lavorano, gli inservienti che puliscono. Non ci potevo credere, ero già pronta a battagliare per fare in modo che l'amico di questo o quell'impiegato non mi passasse davanti, ansioso di evitare le interminabili file nella sala d'aspetto. E invece no. Così, mentre a me sembrava che tutto filasse liscio come la vasellina, molta gente si lamentava del servizio, gli infermieri avevano da ridire sulla carenza di farmaci e siringhe. E io pensavo, mah, la gente non è mai contenta! Sì, tutto olioso, tranne il volto di quella stronza dell'infermiera che continuava a sorridere e a prendersela comoda mentre io vomitavo verde carciofo con più veemenza di Linda Blair ne L'esorcista.
Appena le infermiere hanno saputo che sono calabrese si sono messe a chiaccherare sull'ultimo film di albanese. Ti pareva!!! Che palle, mi sono dovuta sorbire per l'ennesima volta i soliti stereotipi: la mafia, la cucina, il lavoro che manca ecc. Ormai l'antispasmico aveva fatto effetto, quindi immagino che il mio rinnovato senso di nausea fosse riconducibile a tutte le cazzate che sputavano dalla bocca, assieme al catarro di fumatrici ventennali. 

Poche ore dopo sono andata via con la raccomandazione del dottore di rimanere a casa a riposo. Ed ecco che adesso sono qui a scrivere idiozie su sto glob senza un minimo d'ispirazione.

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