15 gennaio 2011

RED SHOES ARE MY PASSION

Ci ho messo un po' ma alla fine ho fatto ciò che andava fatto. Come ogni sera ho preparato la cena. Lui si è seduto, era stanco e svogliato, ha iniziato a raccontare dei problemi che aveva avuto sul lavoro. Ho notato le rughe intorno ai suoi occhi annoiati, la pelle cadente sotto il mento abbassato e mentre lo guardavo lui si lamentava del sale, della cottura e di quanto gli mancasse la cucina della sua povera mamma morta di obesità. Ho compreso che la nostra Edenlandia era diventata la Geenna.
Qualcosa doveva cambiare: ho indossato le autoreggenti, la mia minigonna più corta, il corsetto in latex. Ho preso i tacchi a spillo più alti che avevo e sono andata in cucina. Dopo tanti anni ho rivisto in lui un barlume di quella fiamma che bruciava quando ci innamorammo. L'ho guardato fisso e gli ho detto che l'amavo. Mi sono accovacciata sulle sue gambe, ho iniziato a baciarlo, mi sono levata lo spillo destro e gliel'ho chiavato nella tempia sinistra, facendo attenzione a non sporcarmi con gli schizzi.
Mi sono incipriata il naso e sono uscita.

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